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Impianto Oliveto – Coltivazione olivo
Scritto da: Vivai Piante Gabbianelli il 16/05/2019

Impianto Oliveto – Guida pratica e consigli per la coltivazione olivo

Impianto Oliveto: Analisi e pianificazione

Impianto Oliveto

La zona di produzione

L’olivo rappresenta una delle colture maggiormente diffuse in Italia meridionale e centrale, per la sua capacità di adattarsi alle condizioni di clima e terreno più svantaggiose.

Il clima mediterraneo è caratterizzato da estati molto calde e poco piovose, i suoli sono sempre più poveri di elementi nutritivi, ma anche in queste condizioni l’albero di ulivo può produrre.

La pianta di olive si adatta a tutti a quasi tutti i tipi di terreno, anche a quelli fortemente calcarei potendo resistere fino al 20% di calcare attivo, purché però non vi siano ristagni idrici.

I limiti geografici nella coltivazione ulivi sono determinati dalla modesta resistenza delle piante di olive al freddo e dalla eccessiva siccità. Il limite altimetrico è, invece, abbastanza variabile, sia in relazione alla latitudine, che alle condizioni climatiche locali in cui viene coltivato.

Prima di procedere all’impianto dell’oliveto, è quindi buona regola trovare delle informazioni riguardo ad alcune caratteristiche della zona di coltivazione oliveto interessata: temperature medie, piogge che registrate nel corso dell’anno, rischio di gelate, incidenza di particolari condizioni fisico-climatiche, caratteristiche pedologiche e altimetriche, possibilità o meno di avere acqua per l’irrigazione delle giovani piante di ulivo.

Una delle verifiche più semplici e veloci è quella di controllare se esistono impianti di ulivi nella zona di interesse (probabilmente, se non ce ne sono, ci sono dei buoni motivi) e studiare le peculiarità, le forme di allevamento, i sesti di impianto olivo e le varietà di quelli esistenti. Nulla fornisce migliori informazioni sull’interazione tra la pianta di ulivo e l’ambiente circostante di quello che si può osservare in un oliveto adulto.

Verificare con attenzione le piante ulivo, guardare come sono cresciute, se hanno subito danni nel tempo (ad esempio, se sono state ritagliate al piede), se crescono bene con lo spazio a disposizione tra le file e se producono senza problemi.

Il tempo “perduto” in questa accurata fase di pianificazione dell’impianto olivo sarà ampiamente ricompensato dai minori problemi che si dovranno successivamente affrontare, talvolta talmente grandi da vanificare l’investimento.

Scelta delle varietà di olivo

Quasi la metà del patrimonio varietale di olive conosciute, provengono dal nostro paese. Un processo di selezione varietale e miglioramento genetico durato decine e decine di anni, ha oggi portato ad avere in Italia una enorme gamma di tipi di ulivo. Nella coltivazione olivo la scelta di quali varietà mettere a dimora deve essere meditata in base al risultato che si vuole ottenere (produzione di olio, produzione di olive da mensa o solo come pianta di olivo ornamentale) e delle caratteristiche pedoclimatiche. Spesso le antiche varietà locali sono le più adatte al territorio e le più resistenti.

La scelta delle varietà di olivi da utilizzare per l’impianto olivo deve essere quindi compiuta tenendo conto di diverse variabili:

  1. - Qualità e tipologia del prodotto finale che si vuole ottenere.
  2. - Localizzazione dell’impianto oliveto.
  3. - Condizioni climatiche.
  4. - Esigenze particolari del produttore.

Inoltre, si deve sempre tenere conto anche delle esigenze biologiche della specie che richiede, ad esempio, la presenza di opportuni varietà impollinatori per permettere od aumentare l’allegagione.

Poi occorre decidere se l’albero di olive deve produrre olio o frutti da mensa. Ci sono varietà di olivi che si prestano ad entrambe le produzioni (chiamati a duplice attitudine) ma generalmente esse non presentano caratteristiche ottimali per entrambe le destinazioni.

Una volta stabilita la tipologia di prodotto che si desidera, occorre sapere se la zona di coltivazione oliveto ricade all’interno di una certificazione.

Ci sono in Italia produzioni a Indicazione Geografica Protetta (IGP) oppure a Denominazione di Origine Protetta (DOP). In entrambi i casi, esistono dei disciplinari di produzione redatti dalle Regioni che includono le liste di varietà consentite e limitano la presenza di altre varietà ad una percentuale più o meno bassa.

Il sistema di raccolta dell'oliveto o uliveto

È importante conoscere fin da subito come avverrà la raccolta degli alberi ulivo perché questa scelta può condizionare sia la varietà da collocare negli oliveti, che la forma di allevamento da conferire alle piante.

La raccolta è eseguita in Italia utilizzando tutte le tecniche a disposizione.

Il sistema più semplice è quello di aspettare che il frutto si distacchi naturalmente dalla pianta di ulivo. In questo caso la raccolta dei frutti può avvenire a terra a mano o attraverso macchine spazzolatici oppure su teli disposti ad trattenere il frutto prima che questo venga a contatto con il suolo.

Le olive possono inoltre essere raccolte a mano, utilizzando semplici agevolatori come piccoli rastrelli in plastica, “forbici Ciani” od altri oppure agevolatori meccanici.

La forma di allevamento dell'oliveto

La scelta della corretta forma di allevamento rappresenta un passo fondamentale. Gli errori compiuti in questa fase possono incidere sulla produttività e redditività dell’oliveto fino a compromettere in modo pesante la possibilità di gestione delle piante.

Prima di piantare olivo, è necessario conoscere quale sarà il tipo di raccolta, le macchine da impiegare per la gestione delle varie operazioni, il sistema di gestione del terreno in modo da selezionare la forma di allevamento più idonea al fine di calcolare le corrette distanze di piantagione.

Le forme di allevamento sono suddivise sulla base della forma della chioma (in volume o in parete), della rigidità della struttura (forme libere o meno), della presenza del tronco (vaso o cespuglio) e dell’altezza di questo (vaso basso o vaso tradizionale).

La decisione deve essere presa in base al metodo di raccolta.

Se serve applicare uno scuotitore per la raccolta meccanica, ad esempio, è obbligatorio coltivare ulivi con un tronco unico di buona altezza, cosa che non è necessario fare se la raccolta verrà eseguita a mano.

Se si praticherà la raccolta manuale, le distanze tra le file possono essere ampliate e al momento di decidere le distanze tra le file e tra le piante sarebbe buona norma avere già un’idea delle esigenze di spazio dei macchinari che verranno usati.

(Vedere il capitolo “Impianto Oliveto: Scelta della forma di allevamento” per approfondimenti)


Impianto Oliveto: Preparazione del terreno

L'ulivo albero è un individuo immobile e quindi nel corso della sua vita non avrà modo di spostarsi per potersi collocare in un ambiente diverso se quello in cui è stato piazzato non è dei più idonei per lui.

L’olivo trae beneficio da una buona preparazione del terreno, soprattutto nel corso dei primi anni.

Un impianto olivo eseguito a regola d’arte, riesce a far esprimere al meglio la potenzialità di sviluppo delle giovani piantine che vegetano senza problemi entrando presto in produzione.

Nella preparazione del terreno si deve tenere in considerazione la natura fisica e chimica del terreno e analizzarne bene il suo profilo.

Uno dei primi e fondamentali fattori da verificare prima di piantare ulivo è l’eventuale presenza di umidità.

Qualsiasi ristagno idrico provoca danni alle piante, anche molto gravi, che non riescono più a vegetare bene e, nei casi peggiori, arrivano anche alla morte.

È dunque fondamentale scegliere attentamente il terreno per la coltivazione ulivi, accertandosi prima di tutto che vi sia un perfetto smaltimento dell'acqua in profondità (l'umidità stagnante nel terreno è il nemico principale delle radici); è quindi necessario prepararlo in maniera adeguata, piantare ulivi con razionalità ed in epoca adatta e assicurare fin dall'inizio alla piantina le migliori condizioni per un facile attecchimento ed un rapido sviluppo.

L’impianto uliveto presume sempre l’esecuzione di lavorazioni capaci di agire in profondità.

La preparazione del terreno è riconducibile essenzialmente alle seguenti tre modalità:

  1. Scasso totale di tutto il terreno
  2. Scasso a buche singole
  3. Lavorazione profonda senza ribaltamento del terreno (rippatura)

Si tratta quindi di stabilire se sia più idoneo eseguire uno scasso totale con completo rivoltamento del terreno, uno scasso a buche singole oppure una lavorazione profonda senza ribaltamento (rippatura).

a. Scasso totale

Lo scasso è consigliabile in caso di terreno sciolto, senza problemi di scheletro.

Se il terreno non fosse uniforme perché costituito da strati di diversa composizione che conviene rimescolare, allora è preferibile un'aratura che raggiunga la stessa profondità e consenta appunto di rovesciare e rimescolare gli strati stessi.

In questo caso, dopo essersi assicurati che non vi siano difficoltà di sgrondo naturale dell'acqua, si dovrà realizzare una lavorazione profonda di tutta la superficie interessata all'impianto olivo, in modo da preparare un ambiente favorevole e uniforme allo sviluppo dell’apparato radicale.

Considerando che gli apparati radicali degli olivi si sviluppano, con la maggior parte delle loro radici, fino ad una profondità di circa 50-70 cm., la lavorazione dovrà raggiungere questa quota, meglio se la supererà di 10-15 cm. Dovrà inoltre interessare una superficie più ampia di quella che verrà occupata dai filari degli alberi di ulivo, poiché lo sviluppo delle radici in senso radiale supera sempre l'area corrispondente alla proiezione della chioma della pianta ulivo sul terreno.

Dopo avere eseguito la lavorazione profonda, si può eseguire la concimazione oliveto di fondo con concime oliveto organico (a lenta cessione di elementi nutritivi) e quindi procedere con le lavorazioni superficiali aventi lo scopo di affinare il terreno e permettere quindi il trapianto ulivo in modo ottimale.

Tuttavia, nell’affinamento del terreno non occorre esagerare: l’importante è ridurre il terreno a uno sminuzzamento tale da non rendere difficoltosa l’apertura delle buche e la successiva rincalzatura delle piante.

b. Lavorazione profonda senza ribaltamento (rippatura).

Se nel terreno sono presenti pietre oppure il terreno ha uno strato impermeabile in profondità, è meglio optare per la rippatura.

Questa lavorazione consiste in una ripuntatura eseguita con un ripper, possibilmente con due passaggi incrociati, avente l’obiettivo di smuovere il terreno in profondità.

Dopo questa lavorazione e una successiva di affinamento del terreno (per frantumare le zolle sminuzzandole bene), basterà predisporre delle piccole buche sufficienti a contenere l'apparato radicale della pianta di ulivo da porre a dimora.

c. Scasso a buche singole

Nel caso che si abbiano poche piante da mettere a dimora oppure che ci siano problemi di accesso della trattrice nel terreno, si può optare per la preparazione di singole buche, di adeguate dimensioni, in ogni punto in cui andrà posta a dimora la pianta di ulivo, realizzando in tal modo il cosiddetto “scasso a buche”.

Per quanto riguarda la profondità da raggiungere, la scelta dipende soprattutto dalla natura del terreno; se questo è molto sciolto, basterà raggiungere la profondità sufficiente a contenere l'apparato radicale della pianta o poco più.

Tuttavia, quanto più ampia e profonda sarà la buca, tanto meglio sarà per la pianta d'ulivo perché avrà a disposizione una buona porzione di terreno smosso nel quale espandere in modo ottimale il proprio apparato radicale.

In caso di terreni di medio impasto o argillosi compatti, la misura minima non dovrebbe mai essere inferiore a cm. 60 x cm. 60 x cm. 60 di profondità.

Inoltre, sempre in presenza di terreni molto argillosi e compatti, sarebbe consigliabile predisporre uno strato di drenaggio sul fondo della buca realizzato con pietre e sassi (pietre sul fondo e poi sopra di esse sassi sempre più piccoli).

Questo drenaggio è molto utile, altrimenti, in caso di forti piogge, la buca potrebbe costituire un punto di richiamo per l'acqua che impregna il terreno circostante e determinare condizioni di asfissia per le radici.

Attenzione a non usare ramaglia o altro materiale di origine vegetale, poiché nel terreno, prima o poi, si decomporrà annullando di fatto l'effetto drenante.

Lo strato drenante dovrà poi essere ricoperto con uno strato di terra assicurandosi che al di sopra di questa rimanga lo spazio sufficiente ad accogliere l'apparato radicale.


Impianto Oliveto: Scelta del sesto di impianto

Il sesto d'impianto dell'olivo è legato a numerosi fattori che debbono essere attentamente valutati: capacità di crescita dell’olivo nelle condizioni di impianto oliveto, varietà, forma di allevamento scelta e tipologia delle macchine da utilizzare (qualora si opti per la raccolta meccanica delle olive).

Per capire come impiantare un uliveto, di quanto spazio ha bisogno l’albero di ulivo, il metodo più semplice, in mancanza di esperienza, è quello di osservare diversi impianti di uliveti adulti presenti in zona. Lo sviluppo delle piante olivo osservate sarà molto probabilmente simile a quello che si avrà a regime anche nel proprio terreno.

Mettere a dimora le piante di olivo a distanza minore vuol dire limitarne lo spazio a disposizione per la crescita. Talvolta le piante di ulivo riescono a crescere a misura ridotta anche con l’aiuto della potatura ma se comunque gli olivi sono troppo ravvicinati, tenderanno a crescere verso l’alto, spogliandosi nelle zone in basso e limitando perciò la produzione.

Ciò è soprattutto vero per le forme che tendono a far crescere l’olivo in modo naturale a forma di albero o cespuglio. Invece, adottando sistemi di allevamento più precisi, come il monocono (dove la pianta di ulivo si sviluppa in un fusto unico e la chioma assume una forma conica) oppure con le forme a spalliera, è possibile restringere ulteriormente le distanze di impianto dell’oliveto.

In linea del tutto generale, si consiglia di lasciare tra le file lo spazio per passare con i macchinari (minimo 5 metri) e sulla fila non scendere comunque al di sotto dei 4 metri tra pianta e pianta di ulivo.

Attenzione a rispettare distanze di almeno 3 metri da recinzioni, muretti e pavimentazioni e distanza tra olivi di almeno 6-7 metri da altri alberi esistenti ed edifici.

Riguardo alle distanze dai confini, attenersi sempre alle distanze minime previste dalla legge o dai regolamenti locali.

Tabella del numero di piante in collocabili in un ettaro in base al sesto impianto oliveto scelto:

Distanza: mt. 4 x 4 – n. piante 625

Distanza: mt. 4 x 5 – n. piante 500

Distanza: mt. 5 x 5 – n. piante 400

Distanza: mt. 5 x 6 – n. piante 333

Distanza: mt. 6 x 6 – n. piante 278

Distanza: mt. 6 x 7 – n. piante 238

Distanza: mt. 7 x 7 – n. piante 204

Distanza: mt. 7 x 8 – n. piante 178

Distanza: mt. 8 x 8 – n. piante 156


Impianto Oliveto: Messa a dimora delle piante di ulivo

Quando piantare gli alberi di olive?

In linea del tutto generale, quanto più precoce è la messa a dimora nel terreno, tanto migliore è il risultato che si otterrà. Bisogna tuttavia considerare che le piante di ulivo che provengono dai vivai, sono state allevate in contenitore. Questa peculiarità favorisce il loro sicuro attecchimento, non richiedendo particolari cure al momento della realizzazione dell'impianto dell’oliveto.

Trapiantare ulivo in autunno ha il grosso e indubbio vantaggio di permettere all’apparato radicale di iniziare precocemente la propria crescita, favorendo sia l’attecchimento che lo sviluppo della giovane pianta di ulivo alla ripresa vegetativa.

Tuttavia, essendo l’olivo un albero sempreverde e sensibile alle basse temperature, può essere messo a dimora in autunno solamente nelle zone a clima invernale più temperato e mite (indicativamente aree del centro e sud Italia).

Nelle aree del nord, facilmente caratterizzate da temperature invernali basse, è preferibile eseguire l'impianto oliveto solo a fine inverno-inizio primavera per evitare che, a una certa sofferenza per la crisi da trapianto, si sommi l'eventuale danno da freddo. Ciò consentirà alle piante di olivo di sfuggire ai frequenti abbassamenti termici primaverili.

Il mese di marzo rappresenta un buon momento, estendibile fino ad aprile se la zona di coltivazione oliveto è molto fredda e soggetta a gelate tardive.

In teoria, la piantagione degli alberi di ulivo in vaso, potrebbe essere eseguita anche successivamente ma le piante poi necessitano di maggiori attenzioni e irrigazioni frequenti durante la stagione estiva per superare lo stress da trapianto ed evitare alte fallanze di attecchimento.

Negli impianti di olivi eseguiti in zone molto ventose, è necessario proteggere le piante con la realizzazione di adeguati schermi frangivento, realizzati, ad esempio, con siepi alte di pioppo o di carpino.

Come piantare un ulivo?

Prima di passare a piantare uliveto, è necessario eseguire lo squadro di tutta l’area interessata all’impianto oliveto e individuare sul terreno le posizioni delle piante di olivo tramite l’apposizione di piccole canne o bastoni.

Nel punto esatto dove andrà interrata la pianta di ulivo, deve essere scavata una buca di dimensioni almeno tali ad ospitare il volume del terreno del vaso.

Le piante di ulivo vanno estratte dal vaso e, per evitare che durante questa operazione il "pane" di terriccio intorno all’apparato radicale non si scomponga, occorre bagnare i vasetti qualche ora prima della piantagione degli olivi.

La pianta di olivo deve essere collocata, nella buca, con il suo pane di terra a un’altezza tale che il colletto (zona di passaggio fra il fusto e l’apparato radicale) sia di qualche centimetro al di sopra del piano di campagna; ciò è di fondamentale importanza in quanto un’eccessiva profondità potrebbe provocare asfissia alle radici mentre un interramento troppo superficiale lascerebbe le radici esposte all’aria.

La buca può essere quindi richiusa con il terreno di risulta dello scavo, qualora sia friabile e bene sminuzzato, in modo da accostarsi precisamente all’apparato radicale, evitando quindi la pericolosa formazione di sacche d’aria o acqua. Questo è un passaggio importantissimo e decisivo per la riuscita della piantagione ulivi e per il successivo attecchimento; qualora il terreno non sia idoneo (grosse zolle non frantumabili, ghiaia, etc...), è opportuno apportarne di migliore oppure miscelarlo (prima di usarlo per chiudere la buca) con terriccio universale o sabbia.

Nei primi anni di vita, la giovane pianta ulivo ha bisogno di un sostegno più o meno alto a seconda della forma prescelta e dell'altezza a cui si vuole formare l'impalcatura. Di fianco all’albero ulivo, nel lato opposto alla direzione del vento dominante, andrà quindi infisso nel terreno un paletto tutore in legno scortecciato (pino o castagno) o una canna di bamboo' che avrà il compito di sorreggere il fusto in presenza di vento, evitando quindi che venga sradicato oppure che cresca storto.

Normalmente, l’altezza del tutore deve essere pari al punto in cui inizierà ad aprirsi la chioma della pianta di ulivo, cioè all’impalcatura dei rami.

Un errore, spesso comune quando si piantano gli ulivi, è quello di legare i rametti laterali al tutore, rivolti in alto, insieme al fusticino; essi devono invece essere lasciati liberi oppure, se si teme che squilibrino l'alberetto, piegarli verso il basso.

Nella scelta dei materiali di legatura è importante optare per legacci in pvc morbido o in juta, resistenti ma svenevoli al tempo stesso, in modo da impedire strozzature al fusto durante l’accrescimento. La legatura va poi periodicamente controllata per verificarne la tenuta ed evitare strozzature.

Qualora non si sia apportato letame in fondo alla buca o non si sia eseguita la concimazione di fondo, sarà necessaria una leggera concimazione oliveto superficiale con circa 1-2 kg. di concime oliveto contenente azoto organico a lenta cessione (tipo stallatico) in modo che le sostanze nutritive siano via via disponibili all’albero di ulivo per tutta la stagione vegetativa.

Ultima ma fondamentale operazione è eseguire un’abbondante annaffiatura con circa 50/80 litri d’acqua per ogni pianta di ulivo avente lo scopo di fare compattare il terreno smosso intorno all’apparato radicale.


Impianto Oliveto: Concimazione delle piante di olivo

Come concimare gli alberi d'ulivo?

Per impianti di una certa consistenza, sarebbe buona norma far eseguire un’analisi chimico-fisica del terreno al fine di determinarne le caratteristiche fondamentali: struttura, tessitura, pH, contenuto in sostanza organica, azoto, fosforo, potassio e calcare attivo in modo da predisporre un piano concimazione olivo razionale ed equilibrato.

Se l’impianto oliveto sarà destinato a qualche tipo di produzione regolamentata (ad esempio biologica, a ridotto apporto di sostanze chimiche), sarà necessario tenerne conto in anticipo poiché tutte le eventuali operazioni di fertilizzazione potranno esserne condizionate.

La concimazione dell’olivo, infatti, prevedere l’utilizzo di sostanze chimiche, di sostanze organiche o di entrambe.

Esaminiamo quindi in breve le caratteristiche e le relative azioni biologiche dei principali elementi nutritivi:

Sostanza organica (SO)

Oggi, nei terreni coltivati a olivo, è generalmente abbastanza bassa mentre in passato veniva reintegrata nel terreno con l’interramento di sostanze derivanti dagli allevamenti animali (letame, polline).

È di fondamentale importanza poiché contiene elementi minerali (azoto, fosforo, potassio, zinco, microelementi), migliora le condizioni fisico-chimiche del terreno destinato a coltivare ulivo favorendo assorbimento e scambio di tutti i minerali e migliora le proprietà biologiche del terreno (presenza e funzionalità dei microrganismi).

Azoto (N)

Stimola la fotosintesi, la crescita vegetativa e influisce sulla differenziazione a fiore, sull’allegagione e sull’accrescimento del frutto. Se è in eccesso, specialmente a fine stagione, può rallentare la maturazione (e quindi l’indurimento del legno) rendendo la pianta di ulivo maggiormente sensibile a parassiti e a danni da freddo.

Fosforo (P)

Facilita molti processi fisiologici, in particolare di quelli responsabili della maturazione dei frutti. Disponibilità e assorbimento dipendono in gran parte dal pH del terreno, così come dalla presenza di sostanza organica che ne favorisce l’assorbimento.

Potassio (K)

L’ulivo ne contiene in quantità piuttosto elevata. È necessario per alcuni processi che portano all’accumulo di olio, migliora la qualità, il colore e la consistenza delle olive.

Calcio (Ca)

L’olivo predilige terreni calcarei ed è abbastanza sensibile alla carenza di calcio. Nei terreni che ne sono costituzionalmente carenti, può essere integrato con fertilizzanti a base calcarea.

Boro (B)

Microelemento fondamentale per l’ulivo, è provato che in caso di carenza si ha una ridotta allegagione dei frutti fino ad arrivare alla caduta delle foglie, malformazioni di frutti e gemme e disseccamento dei rami. Nei terreni che ne presentano carenza, viene solitamente somministrato attraverso concimazioni fogliari, di rapida assimilazione.

Concimazione oliveto di fondo

La concimazione di fondo è un’operazione di fertilizzazione straordinaria (che si effettua cioè una sola volta e sempre prima dell'impianto oliveto) interrando in profondità, grazie alle lavorazioni preparatorie, ammendanti organici ed elementi nutritivi che tendono a "muoversi" poco e lentamente nel terreno.

Spesso questo intervento viene erroneamente sottovalutato; la concimazione di fondo infatti rappresenta un'occasione unica per apportare specifiche sostanze nutritive negli strati più profondi del terreno dove si espandono gli apparati radicali delle piante arboree.

Dopo avere eseguito la lavorazioni preparatoria, eseguita su tutta la superficie che ospiterà l’impianto oliveto, è buona regola (a meno che il terreno non sia già ricco di sostanza organica) interrare del letame bovino maturo, in dose di 5-10 kg per ogni metro quadrato, ed eventualmente anche dei concimi potassici e fosfatici nel caso che, per esperienza acquisita o in seguito ad un'analisi chimica del terreno, si siano riscontrante delle carenze.

Concimazione oliveto in giovani impianti

Dopo avere realizzato l’uliveto, un razionale piano concimazione olivo alle giovani piante di olivo svolge un ruolo chiave di fondamentale importanza per il successo del nuovo impianto oliveto.

Con la concimazione olivo si deve soprattutto puntare a stimolare un rapido ed equilibrato sviluppo della pianta di ulivo, predisponendola per entrare precocemente in produzione. Ovviamente gli apporti di elementi nutritivi dovranno essere proporzionali all'età della pianta di ulivo e di conseguenza saranno crescenti nel tempo.

Nell'anno successivo all'impianto oliveto, è buona regola eseguire due o tre somministrazioni di fertilizzante, a partire con la prima distribuzione verso fine inverno e proseguendo con le altre fino alla primavera inoltrata.

Si consiglia di utilizzare uno specifico concime oliveto organo-minerale formulato appositamente per le esigenze nutrizionali dell'ulivo.

Per quanto riguarda le dosi di fertilizzante da impiegare, è consigliabile intervenire distribuendo al secondo anno circa 200-300 grammi totali a ulivo pianta, al terzo anno 300-400 grammi totali a pianta di ulivo. Successivamente le dosi dovranno essere progressivamente aumentate in rapporto allo sviluppo della chioma e degli apparati radicali delle piante.

Considerando che le giovani piante di ulivo hanno un ridotto sviluppo radiale dell'apparato radicale, per i primi anni dall'impianto oliveto, la distribuzione dei concimi dovrà essere localizzata sotto la proiezione della chioma. Attenzione però, perché trattandosi di piccole ed alquanto delicate piantine, è buona norma evitare di mettere a contatto il concime olivo biologico con la corteccia del fusto.


Impianto Oliveto: Scelta della forma di allevamento

Come potare gli alberi d'ulivo?

La pianta di olivo, che predilige i climi temperato-caldi, si caratterizza per l'elevata esigenza di illuminazione. Questo fattore è da tenere in considerazione al momento della scelta delle forme di allevamento e di potatura di produzione.

Forma di allevamento a Vaso

È la forma di allevamento più diffusa in olivicoltura, con numerose varianti a riguardo al fusto, branche e gestione della chioma.

Dal tronco, che può essere di altezza variabile (40-120 cm) partono 3 o più rametti diretti verso l’esterno e verso l’alto, sui quali sono inserite varie sottobranche disposte nelle varie direzioni ad occupare lo spazio a disposizione.

Sulle singole branche principali si tende a lasciare maggiore vegetazione in basso e meno in alto così da conferire una forma a “cono”. Con la potatura si tende inoltre a svuotare la parte centrale, in modo da favorire la penetrazione della luce.

Questa forma è adatta sia alla raccolta manuale sia a quella meccanica. In quest’ultimo caso è però necessario formare un tronco di altezza sufficiente per l’attacco della pinza dello scuotitore.

Se la pianta di ulivo è già ben impostata all’impianto, sono necessarie poche operazioni di potatura durante i primi anni e si può rimandare l’individuazione e la formazione delle branche definitive al secondo-terzo anno dall’impianto uliveto.

Quando le branche partono direttamente dal terreno o a pochi centimetri da esso, il vaso è anche chiamato “cespugliato”. In questo caso è più difficile adoperare scuotitori meccanici e la raccolta consigliata è solo quella manuale.

Sesto di impianto oliveto consigliato: 6-8 metri sulla fila e 6-8 metri tra le file, in base alla vigoria varietale e ai fattori di cui si è discusso prima.

Forma di allevamento a Globo

È una forma molto simile al vaso a cui assomiglia per la presenza di un tronco di altezza variabile.

La chioma dell’albero di ulivo non viene però potata nella parte interna e di conseguenza si ha una forma “piena”, quasi sferica con la produzione di olive portata solo nei rami esterni.

È molto diffusa nelle zone calde e soleggiate, dove l’ulivo ha un notevole sviluppo e non ha problemi di carenza di luce.

La potatura, solitamente, non è eseguita tutti gli anni e gli alberi d’ulivo crescono in modo molto simile a quello “naturale”.

La raccolta può essere eseguita anche a macchina con gli scuotitori applicati al tronco oppure alle singole branche qualora si abbiano delle piante di notevole mole.

Sesto d’impianto oliveto consigliato: 7-9 metri sulla fila e 7-9 metri tra le file, in base alla vigoria varietale e ai fattori di cui si è discusso prima.

Forma di allevamento a Monocono

L’albero di ulivo è formato in modo tale che assuma una forma “ad abete” o, appunto, a cono.

C’è un solo fusto, centrale, sul quale sono disposte delle branche fisse inserite quasi orizzontalmente verso tutte le direzioni che si riducono di lunghezza mano mano che si sale verso l’alto.

Le giovani piante di ulivo devono esser guidate con la potatura fin dai primi anni, anche con interventi leggeri ma ripetuti, in modo da favorire lo sviluppo del fondamentale asse centrale e distribuire le branche in modo che non siano troppo vicine e sovrapposte.

Si deve fare attenzione a non far sviluppare (eliminandole subito) le branche troppo vicine al terreno, quelle disposte troppo vicine l’una all’altra e quelle, che cercando la verticalità, tolgono forza all’asse centrale.

È una forma di allevamento adatta a un oliveto intensivo e che si adatta perfettamente alla raccolta meccanica con scuotitori meccanici del tronco, tuttavia quest’ultimo deve essere ben formato e libero da terra per almeno 90-120 cm.

Si presta invece poco bene alla raccolta manuale tradizionale.

Sesto di impianto consigliato: 3-4 metri sulla fila e 6-7 metri tra le file, in base alla vigoria varietale e ai fattori di cui si è discusso prima.

Forma di allevamento a Palmetta

Si tratta di una forma di allevamento in parete derivata dalla frutticoltura dove è ampiamente diffusa da moltissimi anni.

Su un asse centrale verticale sono allevate, seguendo la direzione del filare, diverse branche permanenti e inclinate a 40-50° rispetto al terreno.

Le branche sono inserite a circa 20-25 cm. l’una dall’altra, da ambo i lati del fusto formando quindi un palco.

Solitamente, su una pianta di olivo vengono creati 2-3 palchi di branche distanti tra loro 40-60 cm.

L’albero di ulivo si sviluppa quindi formando una parete vegetante espansa quasi esclusivamente lungo il filare e quasi per niente verso l’interfilare.

Rappresenta una buona soluzione per costituire una cortina verde non troppo espansa lateralmente o una siepe verde con funzione di frangivento. Meno indicata però per un olivicoltura da reddito.

Sesto di impianto oliveto consigliato: 4-5 metri sulla fila e 5-6 metri tra le file, in base alla vigoria varietale e ai fattori di cui si è discusso prima.


Impianto Oliveto: Cure colturali

Nonostante l’olivo sia una specie molto resistente, quest’albero richiede alcuni interventi di tecnica colturale, che hanno un ruolo decisivo nell’assicurare un’adeguata produttività dell’impianto uliveto, soprattutto quando il clima è avverso.

Queste accortezze consistono prevalentemente in una adeguata gestione del suolo con apporto di sostanze nutritive, nella potatura, quando necessario nell’irrigazione e in un’adeguata difesa fitosanitaria.

Nella olivo coltivazione le tecniche colturali devono garantire alte rese produttive, ma devono allo stesso tempo essere sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico, garantendo un razionale utilizzo delle risorse e possibilmente restando nell’ambito dell’agricoltura biologica.

Durante il primo anno dopo la piantagione di ulivi, si dovranno costantemente monitorare l’impianto oliveto con molta cura e attenzione, per favorirne la ripresa vegetativa e una crescita ottimale.

Nella coltivazione olivo il lavoro si concentra in particolare anche sulla gestione del terreno al meglio, evitando che si compatti. Bisogna evitare di effettuare lavorazioni del suolo quando è bagnato, limitandosi agli interventi di aratura o erpicatura necessari per una buona gestione. Il problema del compattamento del suolo è un problema molto sentito nelle zone con clima mediterraneo, perché contribuisce all’inaridimento.

Irrigazione oliveto

L’olivo nel tempo ha imparato ad adattarsi a condizioni di scarsità d’acqua, dovuta a periodi poco piovosi e alla molta traspirazione ed evaporazione che un clima caldo può comportare, tuttavia volendo ottenere una produttività soddisfacente può essere conveniente irrigare al bisogno.

Il primo obbiettivo della manutenzione, di fondamentale importanza, è infatti quello di non fare subire agli alberi d’ulivo gli effetti della siccità. In una giovane piantina, che ha ancora poche radici, si possono infatti facilmente verificare stress idrici, anche soltanto per la competizione delle erbe infestanti che crescono in vicinanza del tronco.

Bisogna perciò tenere il terreno circostante, per un raggio di almeno 40-70 cm, sempre libero dalle malerbe attuando periodiche scerbature e, se non piove, intervenire con adeguate innaffiature.

In linea del tutto generale, in assenza di piogge di una certa importanza, si consiglia di intervenire circa ogni 15 giorni con almeno 30-50 litri per ogni pianta di ulivo.

Contenimento delle infestanti nell’oliveto

Le erbe infestanti rappresentano un problema nella coltivazione olivo, in particolare nelle zone dell’Italia meridionale. Infatti queste piante spontanee competono con le piante di ulivi e sottraggono a queste ultime acqua e preziosi elementi nutritivi.

In sinergia all’irrigazione sono importantissime anche adeguate sarchiature (zappature) con le quali si ottengono tre importanti obiettivi:

  1. - Tenere pulito dalle malerbe il terreno ed evitare quindi la loro competizione nell’assorbimento dell’acqua.
  2. - Bloccare il flusso di risalita dell’acqua per capillarità con conseguente evaporazione, riducendo quindi il fabbisogno idrico delle piante di olivo.
  3. - Facilitare l’assorbimento dell’acqua di irrigazione e ridurne gli sprechi per scorrimento, problema in particolare sentito nei terreni argillosi e acclivi che tendono a formare una crosta impermeabile. A tal fine si consiglia sempre di formare attorno alla pianta di olivo, usando il terreno circostante, la cosiddetta “tazza”, cioè una sorta di bacino capace di contenere una buona quantità di acqua.

In alternativa alla sarchiatura, si possono posare attorno al tronco dell’albero d’ulivo, dei dischi di pacciamatura biodegradabili in juta e fibra di cocco che, oltre a contenere l’infestazione delle malerbe, trattengono l’umidità e assicurano un’efficace barriera all’evaporazione dell’acqua.

La tecnica della pacciamatura resta sempre valida, particolarmente nei primi anni d’impianto. La pacciamatura può anche essere efficacemente realizzata con dell’erba grossolana ben pestata intorno al fusto. Questa soluzione, molto economica, lascia comunque passare l'acqua di pioggia o di irrigazione ma impedisce lo sviluppo delle erbe infestanti; inoltre, andando incontro ad una progressiva umificazione, arricchisce il terreno di sostanza organica.

Inerbimento dell’oliveto

L’inerbimento controllato potrebbe essere una buona soluzione al compattamento del suolo e dalla flora infestante potrebbe essere.

Il vantaggio principale di questa tecnica è nel contenere i danni legati alle eccessive lavorazioni del terreno. Un prato erboso ben gestito può migliorare la struttura fisica del suolo, apportare sostanza organica, migliorare l’assetto glomerulare delle particelle del suolo, evitando appunto un eccessivo compattamento.

Mantenere il terreno coperto con la vegetazione permette di normalizzare i livelli di umidità, favorendo l’infiltrazione delle acque piovane evitando l’erosione del suolo.

L’inerbimento è una tecnica utile anche a evitare uno sviluppo incontrollato delle infestanti, in quanto permette la copertura e l’ombreggiamento della superficie.

Questa tecnica è tuttavia consigliabile solamente negli oliveti in cui l’acqua non sia un problema, visto che la presenza di del manto erboso comporta inevitabilmente una competizione con le piante di olive rispetto all’acqua disponibile, specialmente nei primi anni di impianto dell’oliveto.

Altre operazioni da fare nell’oliveto

Durante il controllo visivo della chioma dell’albero di ulivo, deve essere posta molta attenzione agli eventuali succhioni (rami vigorosi che crescono al centro della chioma e che sottraggono linfa vitale al resto dei rami) che, appena individuati, devono essere eliminati. Se non è possibile farlo via via che spuntano, si interverrà in settembre con un unico passaggio.

Ad inizio autunno è molto importante eseguire un trattamento a base di rame (per esempio con poltiglia bordolese alla dose di 30-50 grammi per 10 litri di acqua) che, favorendo un leggero “indurimento” della vegetazione, avrà il duplice scopo di difendere meglio il giovane albero di olivo dai danni da freddo e da possibili attacchi fungini.

Qualora si abbia a disposizione del letame abbastanza paglioso, prima dell'inverno può essere conveniente accumularne uno strato attorno al tronco alla base dell’albero di ulivo per proteggere al meglio le radici dal gelo. Bisogna però poi ricordarsi, verso fine inverno, di scostare il letame dalla base della piantina, altrimenti si potrebbero verificare pericolosi danni alla corteccia per una sorta di allessatura provocata dal letame stesso con il rialzo delle temperature.

Note su guida olivi Vivai Piante GabbianelliQuesta guida è stata creata in proprio, unendo nozioni scientifiche alla nostra esperienza pluriennale "in campo" e non vuole avere la pretesa di essere un testo esaustivo della materia (peraltro di enorme vastità) ma solo un piccolo aiuto all’hobbista che si avvicina per la prima volta a questo settore. Siamo disponibili a raccogliere critiche ed eventuali suggerimenti per futuri ampliamenti della guida.

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Commenti (04)

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      Carmelo
      12/01/2020

      Buona sera ho letto con attenzione il vostro articolo.Sono proprietario di un appezzamento di terreno coltivato ad giovane agrumeto con degli alberi di ulivo posizionati come frangivento.Per colpa del terreno argilloso l'agrumeto non si è sviluppato bene per cui conto di estirparlo dentro l'anno e di trasformare tutto il terreno in uliveto.Se procedo all'espianto dell'agrumeto in primavera posso in autunno già impiantare l'uliveto e e si come devo preparare il terreno.Le piante di uliveto presnti sono piccole e messe a dimore a distanza di 4X4 metri, mi conviene rispettare queste distanze o è il cado di dare più spazio alle piante . Grazie

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      Iuretig Silvano
      01/03/2020

      Ottimi consiglio mi servirebbe un consiglio sulle varietà di olivi che resistono al freddo grazie

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      Gianfelice Pastorino Leone
      17/03/2021

      Buonasera. Vorrei acquistare degli alberi di ulivo. Abito nell'entroterra ligure, con inverni ancora piuttosto freddi. Che qualità mi consigliate? Grazie per la risposta. Gianfelice Pastorino Leone

    • Avatar
      Bartolomeo
      29/03/2021

      Ho un terreno agricolo , posso piantare alcuni alberi di ulivo ,senza rincorrere a multe. Ho devo fare Il cambio d'uso? Grazie

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