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Piante di Limoni in vaso
Scritto da: Vivai Piante Gabbianelli il 16/05/2019

Piante di Limoni in vaso - Consigli pratici di coltivazione

Piante di limoni in vasoIn questa guida sono descritte, suddivise per paragrafi, le tecniche fondamentali e tanti utili consigli pratici per la coltivazione ed il mantenimento delle piante di limoni in vaso.

Seguendo queste semplici linee guida, potrai avere anche tu piante di limoni rigogliose, sane e pronte a darti tanti splendidi e preziosi frutti!

 

Piante di limoni in vaso: come concimarle

È certamente una delle pratiche agronomiche più importanti poiché da essa dipende la giusta disponibilità di sostanze nutritive per l’apparato radicale.

Una corretta ed equilibrata concimazione delle piante di limoni in vaso mantiene ed esalta la capacità vegetativa e produttiva dell'albero di limone in vaso, evitando quegli spiacevoli sintomi di deperimento che si riscontrano in casi di mancata od errata azione degli elementi nutritivi.

La conoscenza di questa tecnica, permette di distribuire alle piante di limone in vaso e, in generale, a tutte le piante di agrumi in vaso, tutte le sostanze di cui necessitano per crescere rigogliose.

La scelta del tipo di fertilizzante e la quantità da somministrarne, dipende sia dal fabbisogno intrinseco, sia dalla necessità di reintegrare gli apporti nutritivi che si perdono per dilavamento durante le irrigazioni.

Per gli alberi di limoni, trattandosi spesso di piante sistemate in vasi di dimensioni relativamente piccole, gli errori nella somministrazione del concime per limoni in vaso si rendono velocemente evidenti, facilitando così anche eventuali correzioni. 

 

Gli elementi nutritivi

Nelle piante di limoni in vaso, come in tutti i sempreverdi, l'assorbimento di elementi nutritivi è pressoché continuo. Il maggior fabbisogno si ha nel periodo che va dall'inizio della primavera all'inizio dell'inverno, con punte più alte nel periodo primaverile.

Fra tutti i fruttiferi, le piante di limoni in vaso sono quelle che più richiedono azoto e di fosforo, ma anche di potassio, i cui massimi consumi si hanno durante la maturazione dei frutti.

 

Vediamo in dettaglio i singoli elementi e le loro funzioni.

L'azoto, fra tutti gli elementi nutritivi, è il più importante poiché influenza tutti i processi metabolici e favorisce la crescita delle piante di limoni in vaso. L'azoto è immagazzinato per circa il 50% nelle foglie, mentre il rimanente è suddiviso fra tronco, rami e radici. Pertanto la colorazione verde brillante delle foglie è un ottimo indicatore dello stato di disponibilità dell'elemento.

Un’adeguata quantità di azoto porta anche a una maggiore fruttificazione, mentre la sovrabbondanza tende a stimolare eccessivamente la vegetazione a scapito della produzione dei frutti e rende le piante di limoni più suscettibili ad attacchi dei fitofagi.

Il fosforo, che è immagazzinato in alta percentuale nelle radici, è mobilitato verso la parte aerea in primavera e diventa indispensabile durante la fase riproduttiva della pianta limoni (primavera estate), contribuendo a limitare la naturale "cascola" post-fioritura (ingiallimento e precoce caduta di frutticini).

Il potassio gioca invece un ruolo importante sulla qualità dei frutti, aumentandone il contenuto zuccherino, la turgidità, l'aroma e il gusto. Oltre il 40% è immagazzinato all'interno dei frutti.

Fondamentale è l'apporto nei periodi estivi, visto anche che il potassio è maggiormente assimilabile nei mesi più caldi.

Anche i microelementi sono fondamentali durante il periodo vegetativo e nella produzione di fiori e frutti; fra questi il ferro gioca sicuramente un ruolo di primo piano. La sua mancanza può essere riscontrata visibilmente dall'ingiallimento delle foglie (clorosi ferrica), mentre una adeguata presenza di ferro nel concime per limoni in vaso produce un'intensa colorazione verde dell'apparato fogliare, che denota un ottimo stato di salute e rende l'albero limoni in vaso meno suscettibile all'attacco di parassiti fungini.

Il magnesio, insieme al ferro, è fondamentale per la vita delle piante di limoni in quanto partecipa alla formazione della clorofilla, della quale è il costituente più importante. 

 

Piante di limoni in vaso: la concimazione organica

La concimazione organica consiste nella somministrazione alle piante di limoni di quei prodotti di origine vegetale o animale che, nella loro decomposizione, si trasformano in elementi necessari alla nutrizione delle piante di limoni in vaso.

Inoltre questi prodotti, decomponendosi, si trasformano in humus, elemento che migliora la struttura fisica del terreno ed è indispensabile alla vita di quei microrganismi che ne determinano la fertilità.

I concimi organici apportano alte quantità di carbonio, hanno contenuti variabili di azoto, ma scarsità di altri elementi. Questo costringe, per avere ottimi risultati, a integrare tale concimazione agrumi con altri prodotti di origine minerale.

Fra i più comuni prodotti organici impiegati per la concimazione agrumi in vaso, ricordiamo: lo stallatico, il seme di lupino, la cornunghia e il sangue di bue.

Lo stallatico è un concime di origine animale e vegetale, risultato della fermentazione delle deiezioni animali mescolate ai vegetali usati come lettiere (paglia ecc.). Senza dubbio il migliore è il letame equino che si trova sia allo stato naturale che essiccato in sacchi.

Ricoprire la terra del vaso con uno strato di letame evita l'eccessivo inaridimento della parte superficiale del terreno, costituisce humus e apporta modeste quantità di sostanze nutritive che penetrano nel terreno ad ogni irrigazione.

È importante che questo strato di letame sia distanziato di alcuni centimetri dal tronco, per evitare che l'umidità causi l'insorgere di malattie fungine al livello del colletto della pianta del limone in vaso.

Il seme di lupino ha un buon contenuto di azoto. Si trova sia intero sia sotto forma di farina, ma se lo acquistiamo intero prima di distribuirlo nei vasi dovremo provvedere ad una bollitura dei semi per inibirne la germinabilità.

La farina o i semi di lupino vanno distribuiti lungo il bordo del vaso, lasciati in superficie e solo dopo la loro decomposizione dovranno essere leggermente interrati sempre lungo il bordo del vaso. E' importante rispettare queste indicazioni perché il lupino, nella sua trasformazione, si surriscalda notevolmente e se venisse a contatto delle radici, potrebbe danneggiarle.

La cornunghia è un ottimo concime organico ottenuto dalla triturazione di corna ed unghie provenienti dalla macellazione di animali. Apporta buone quantità di azoto, che viene ceduto gradualmente in quanto la sua trasformazione avviene molto lentamente. I tempi di cessione variano anche dal grado di triturazione del prodotto.

Il sangue di bue è commercializzato in comode confezioni sia allo stato liquido che in polvere. Ha un buon contenuto di azoto prontamente disponibile per le piante, pertanto le concimazioni con questo prodotto dovranno essere eseguite utilizzandone modeste quantità. Per le dosi da somministrare a ogni pianta di limone in vaso si consiglia di seguire le indicazioni sulla confezione. 

 

Piante di limoni in vaso: la concimazione minerale

Questo tipo di concimazione per agrumi, integrando quella organica, permette di soddisfare quotidianamente le diverse esigenze nutritive, soprattutto usando concimi per agrumi complessi granulari a lenta cessione, i quali cedono gradatamente nel tempo le sostanze contenute.

I fertilizzanti minerali si trovano in commercio in svariate forme e composizioni.

Si consiglia l'uso di concimi per limoni complessi, i quali contengono in un solo prodotto tutti gli elementi necessari alle piante di limoni in vaso.

Alcuni di questi preparati si trovano liquidi o in polvere e vanno diluiti o sciolti in acqua.

Questi prodotti sono di pronto effetto, ma hanno una breve persistenza nel terreno, per questo gli interventi dovranno essere molto frequenti.

Nel periodo di maggiore esigenza nutrizionale la cadenza di somministrazione sarà settimanale.

Altri preparati in forma granulare hanno una maggiore persistenza e vanno distribuiti mensilmente in dosi all'incirca di 1-2 grammi per ogni litro di volume del vaso.

Inoltre negli ultimi anni l'industria ha messo in commercio altri tipi di fertilizzanti solidi, che si distinguono dai precedenti per il fatto che i granelli sono rivestiti da una pellicola che permette una cessione degli elementi nutritivi ancora più lenta, evitando così pericolosi eccessi e permettendo interventi meno frequenti. Usando questi prodotti la dose per litro del volume del vaso salirà a 4 grammi ma sarà sufficiente distribuirla tre volte l'anno, ai primi di aprile, all'inizio di luglio e a metà settembre.

Integrando la concimazione agrumi organica con quella minerale non dovrebbero manifestarsi carenze. Se però, su piante con normale vegetazione, si manifestano degli anomali ingiallimenti delle foglie che mettono in evidenza la propria nervatura, la causa più frequente è la carenza di ferro, elemento importante nella formazione della clorofilla.

Questa carenza si cura somministrando alle piante prodotti a base di chelati di ferro mediante irrigazione.

Per ottenere una concimazione agrumi completa della pianta del limoncello, sia dal punto di vista strutturale che chimico, si consiglia di mantenere sulla superficie dei vasi uno strato di concime organico (da distribuire a fine inverno) e di aggiungere periodicamente del concime minerale complesso per limoni in vaso.

L'unione dei due tipi di concimazione, permette di soddisfare interamente le diverse esigenze nutritive della pianta limoni durante il corso delle stagioni. 

 

Piante di limoni in vaso: come e quando innaffiarle

Nel coltivare il limone, è forse la tecnica più difficile perché l'irrigazione dell'albero limone è soggetta ad una grande quantità di variabili e solo l'occhio attento di chi le segue può capire quando hanno bisogno di acqua.

Molte persone, soprattutto coloro che, dovendo tenere le piante di limoni su terrazzi in pieno sole, hanno avuto esperienze negative, ritengono di non essere in grado di coltivare piante di limoni in vaso.

In realtà gli alberi di limone in vaso sono originari, in generale, di zone molto calde e siccitose, quindi non è sicuramente questo il problema: tutto sta nell'adeguare la quantità di acqua alla necessità della pianta del limone.

Le ore di esposizione in pieno sole, il rapporto fra la grandezza del vaso e quella della pianta, la quantità di frutti, il tipo di zona (umida o ventilata) e naturalmente i periodi stagionali impongono quantità e frequenze differenti di irrigazione; indicativamente in estate può essere necessario irrigare tutti i giorni o anche due volte al giorno, mentre in inverno può bastare una volta alla settimana o anche meno. Una pratica utile per capire se c'è necessità di acqua è quella di rimuovere un piccolo strato superficiale di terra e verificare se il terriccio degli agrumi al di sotto è ancora umido.

L'osservazione delle foglie è indicativa dello stato idrico della pianta: tutto bene se alla sera sono turgide e distese, attenzione invece quando queste tendono ad appassire ed accartocciarsi: è sintomo dell'inizio di una condizione di stress idrico; non intervenendo rapidamente, si rischia, entro breve tempo, la caduta delle foglie.

È da considerare anche la quantità e la qualità dell'acqua: infatti ogni irrigazione deve essere proporzionata alla grandezza del vaso (indicativamente si passa da 3-4 litri circa per vasi di diametro di 30-35 cm per arrivare a 30-35 litri per vasi da 60-70 cm) e l'acqua, meglio se piovana, non deve essere troppo fredda per non "gelare" le radici.

L'acqua di acquedotto è molto clorata e quindi, prima di distribuirla alla pianta di limone, è indispensabile lasciarla per ventiquattro ore in recipienti aperti per permettere l'evaporazione del cloro.

L'uscita dell'acqua dal fondo del vaso non vuol dire necessariamente che il terriccio per agrumi abbia raggiunto la saturazione idrica; può essere vero se si tiene la zolla sempre con il giusto grado di umidità, ma quando questa si secca troppo tende a restringersi lasciando spazio fra terriccio per agrumi e vaso; la prima acqua che si versa se ne va dritta verso il fondo ed esce dopo poco dal foro di drenaggio. In tal caso è utile ripetere l'irrigazione a distanza di alcuni minuti anche per 2-3 volte.

Per questo un breve anche se intenso acquazzone estivo raramente è sufficiente a soddisfare l'esigenza delle piante limoni in vaso.

Nei casi in cui non è possibile annaffiare regolarmente le piante di limoni in vaso, è bene garantire loro una sorgente di approvvigionamento idrico in grado di assicurarne la sopravvivenza.

Fra i metodi più semplici possiamo consigliare di riempire di acqua un comune recipiente dove potremo immergere il vaso con la pianta, facendo attenzione che il livello dell'acqua non superi 1/4 dell'altezza del vaso.

Questo metodo è ovviamente realizzabile solo quando ci troviamo di fronte a vasi di piccole o medie dimensioni ed è una pratica di emergenza sufficiente a garantire una disponibilità idrica per 3-4 giorni; ma, appena possibile, è importante rialzare il vaso permettendogli di sgocciolare bene, per evitare rischi di asfissia e di formazioni di marciumi più o meno estesi nell'apparato radicale.

Per i vasi di grandi dimensioni, il cui sollevamento risulterebbe difficoltoso, sarebbe più opportuno installare un impianto di irrigazione a goccia con temporizzatore. Esistono in commercio impianti di facile programmazione e a costi contenuti.

Per una corretta irrigazione è indispensabile un frequente controllo delle condizioni delle piante di limoni, sia con osservazione della vegetazione, sia con verifiche dell'umidità del terreno. Come regola è importante che la quantità d'acqua distribuita sia sufficiente ad inumidire tutta la zolla. Meglio poche ma abbondanti irrigazioni che irrigazioni scarse e frequenti. 

 

Piante di limoni in vaso: quando rinvasarle

Le piante di limoncello coltivate in vaso necessitano di periodiche cure e rinvasature.

Questa operazione serve a dare nuova terra alle piante, che sviluppando nuove radici manifesteranno anche un rinnovato vigore vegetativo con abbondante produzione di frutti.

A differenza delle altre piante da frutto, per le quali il rinvaso viene effettuato nei mesi autunnali, cioè prima del riposo vegetativo, gli alberi di limone in vaso devono essere rinvasati alla fine della primavera, cioè quando la pianta è in pieno "succhio".

Indicativamente il miglior periodo per eseguire il rinvaso dei limoni è giugno, che può essere tuttavia anticipato o posticipato di un mese a seconda anche delle diverse zone climatiche.

Per le giovani piante di limoni l'operazione di rinvaso limone albero deve essere eseguita normalmente ogni 2-3 anni. Non è infatti consigliabile mantenere troppo a lungo le piante di limoni nello stesso contenitore, altrimenti andrebbero incontro a una fase di progressivo deperimento dovuto all'impoverimento del terreno e alla mancanza di spazio necessario ad un ulteriore sviluppo dell'apparato radicale.

È molto importante che l'aumento del diametro del vaso sia progressivo e proporzionato alla crescita della pianta del limone albero in vaso.

Se ad esempio abbiamo un vaso con un diametro di 25 cm, sarà opportuno travasare il limone pianta in un vaso con un diametro non superiore a 35-40 cm.

Infatti adoperando vasi troppo grandi, si può andare incontro ad alcuni inconvenienti: nel migliore dei casi si avrà un eccessivo sviluppo dell'apparato radicale, con conseguente aumento della vegetazione a scapito della fruttificazione, mentre, nel peggiore dei casi, avremo un eccesso di umidità nel vaso con conseguente danneggiamento delle radici.

Nel caso di alberi di limoni già adulti, già in vasi di medie dimensioni, la frequenza del rinvaso può essere eseguita anche ogni 3-4 anni fino al raggiungimento del vaso definitivo che dovrebbe avere un diametro compreso fra i 70 e gli 80 cm.

In questi contenitori si possono mantenere piante decisamente imponenti. Per chi invece ha problemi di spazio (se ad esempio le deve collocare in terrazzo o balcone) si può considerare definitivo anche un vaso con un diametro di 50-60 cm. Si otterranno così piante di dimensioni più contenute ma non per questo meno belle. 

 

Piante di limoni in vaso: come rinvasarle

Ovviamente quando le piante di limoni sono in vasi di piccole e medie dimensioni il rinvaso è di facile esecuzione; via via che le dimensioni aumentano, crescono anche le difficoltà relative all'operazione.

La scelta del vaso, che può essere sia in plastica che in terracotta, è chiaramente soggettiva.

Va però tenuto conto che il vaso in plastica, anche se più pratico, può dar luogo ad un maggiore riscaldamento del terreno nei mesi caldi e a un maggior raffreddamento in inverno. Invece il vaso in terracotta, oltre a valorizzare la pianta limoni, ha una migliore tenuta termica e fa traspirare meglio il terreno.

Per la pianta di limone in vaso è di fondamentale importanza garantire un ottimo drenaggio, che possiamo ottenere disponendo sul fondo del nuovo vaso materiale inerte quale pomice o argilla espansa.

Nel vaso di terracotta è opportuno ricoprire il foro di uscita dell'acqua con alcuni cocci prima di disporre il materiale drenante.

Lo spessore del drenante è comunque sempre direttamente proporzionale alla dimensione del vaso.

 

Come rinvasare limoni in un vaso più grande

L'estrazione della pianta dal vecchio vaso è operazione delicata. Per facilitarla è importante che il terreno non sia troppo umido, in modo da mantenere la compattezza della zolla nella fase di estrazione.

Inoltre con un "pane" di giusta consistenza anche l'eventuale taglio dell'apparato radicale esterno risulterà più agevole. L'esecuzione di quest'ultima operazione diventa obbligatoria nel caso in cui le radici abbiano costituito un feltro sulle pareti del vaso tale da impedire un equilibrato sviluppo nel nuovo vaso.

Per "sbarbettare" la zolla possiamo utilizzare un comune falcetto a taglio con il quale andremo ad asportare un leggero strato di terreno attorno alla zolla.

A questo punto, dopo aver predisposto il drenaggio, la pianta potrà essere collocata nel nuovo vaso. Sarà necessario mettere del terriccio per agrumi sopra il drenaggio, prima di posarvi la pianta del limone. Il nuovo terriccio per agrumi dovrà essere aggiunto solo sotto e intorno alla zolla e, a lavoro finito, la base del tronco (colletto), dovrà rimanere scoperta.

Durante il riempimento dello spazio tra la zolla ed il vaso, si procederà immettendo il terriccio per agrumi, che dovrà presentarsi piuttosto asciutto, in piccole quantità, pressandolo man mano per evitare il formarsi di sacche d'aria che creerebbero percorsi preferenziali all'acqua di irrigazione e squilibri idrici alla pianta.

Terminata l’operazione di rinvaso, si dovrà procedere ad una abbondante annaffiatura e ad una eventuale leggera potatura limone in vaso per riequilibrare la parte aerea al ridotto apparato radicale.

 

Come rinvasare limoni nello stesso vaso

Per quanto riguarda il rinvaso di piante di limoni grandi l'operazione diventa più gravosa di quella in precedenza descritta, pertanto dovremo avvalerci dell'aiuto di personale qualificato e mezzi idonei.

Il primo problema che si presenta è l'estrazione della pianta del limone dal vaso.

Consigliamo di procedere in questo modo: avvolgere un panno intorno al fusto della pianta, per evitare sbucciature, legare ben stretta una fune formando un cappio dove infilare un palo.

Mentre due persone, ponendosi all'estremità del palo, sollevano leggermente la pianta del limone, una terza, con leggeri colpi verso il basso sul bordo del vaso, agevolerà il distacco del vaso dalla zolla. L'operazione risulterà più facile se la zolla sarà asciutta e compatta; è quindi consigliabile evitare l'irrigazione nei giorni che precedono il rinvaso delle piate di limone.

Questo lavoro può essere effettuato anche con l’ausilio di mezzi meccanici di sollevamento o di un semplice paranco.

Sarebbe opportuno eseguire questo tipo di operazione sopra un prato, ma se ciò non fosse possibile, si consiglia di preparare sul pavimento del materiale ammortizzante (polistirolo o altro), in modo che il vaso, staccandosi repentinamente dalla zolla, non si rompa toccando terra.

Tolta la pianta limone dal vaso si provvederà alla riduzione della zolla.

Utilizzando un falcetto o un vanghetto ben affilato, verrà asportata una porzione di terra e radici dello spessore di 5-6 centimetri, tutto intorno e sotto alla zolla. Lavato il vaso e ripristinato il drenaggio, si procederà come nel rinvaso precedentemente descritto. In questo caso però la potatura agrumi in vaso dovrà essere più drastica.

Questa è l'occasione per ringiovanire le piante stimolando un rinnovo dei rami.

Non avendo disponibilità di personale e mezzi, si può comunque eseguire un parziale rinnovo del terreno anche senza estrarre la pianta dal vaso.

Avvalendosi di un piccolo vanghetto ben affilato si andrà ad incidere ed asportare una corona di terreno vicino al bordo del vaso per una larghezza di 5-6 centimetri, cercando di raggiungere il massimo della profondità. Questo spazio verrà poi riempito con terriccio per agrumi nuovo.

In questo caso sarà utile che la zolla sia stata annaffiata di recente per favorire la penetrazione del vanghetto. È un sistema che richiede tempo e attenzione, con il quale difficilmente si riesce a raggiungere il fondo del vaso, ma assicura anch'esso buoni risultati.

 

Quale terriccio per rinvasare limoni

Gli agrumi sono piante piuttosto rustiche e longeve, che ben si adattano a diversi tipi di terreno, ma un terreno di medio impasto, costituito da torba, terra argillosa, stallatico e pietra pomice risulta essere, per le sue caratteristiche fisico-chimiche, il più idoneo.

Dal punto di vista fisico questo tipo di terreno presenta un'ottima struttura e porosità e permette un adeguato sviluppo dell'apparato radicale, mentre dal punto di vista chimico è un terreno con pH che tende ad una leggera acidità; il valore del pH è infatti molto importante per gli agrumi.

A seconda dell'età della pianta potrà variare la percentuale dei vari componenti del terriccio per agrumi da usare. Useremo quindi un substrato più leggero per le giovani piante di limoni e più pesante per piante di limoni adulte.

Il rinnovo della terra nei vasi va assicurato almeno ogni 3 anni per le piante giovani e ogni 5 anni per le piante più grandi. Se il rinvaso dei limoni non è possibile va rinnovata periodicamente almeno la porzione di terra asportabile lungo il bordo del vaso.

È buona norma comunque non distanziare troppo i rinvasi degli agrumi, in quanto con questa operazione andremo a ripristinare anche il drenaggio del vaso, che con il tempo può essersi ridotto per il precipitare della terra trascinata dall'acqua delle irrigazioni. 

 

Piante di limoni in vaso: come trapiantarle in terra

Per chi avesse una pianta di agrumi da collocare in piena terra la procedura da seguire è la seguente.

Per preparare il terreno per questo tipo di trapianto si dovrà eseguire uno "scasso"; si tratta di uno scavo di circa un metro cubo, ma se le condizioni del terreno sono buone, può essere anche di minori dimensioni.

Anche sul fondo dello scasso, come nei vasi, è opportuno disporre uno strato di sassi e ghiaia come drenante; questo verrà ricoperto da uno strato di terra, precedentemente concimata e terriccio per agrumi, fino al livello necessario per appoggiarvi la pianta di limoni, facendo sempre in modo che il colletto non venga interrato. 

 

Piante di limoni in vaso: come e quando potarle

La potatura agrumi è una delle più importanti pratiche colturali e ci permette di regolare lo sviluppo della pianta del limone in vaso mediante un'idonea forma di allevamento.

Con questa pratica si tende anche a stimolare al massimo la produttività, cercando di renderla costante negli anni e di mantenere un rapporto equilibrato fra vegetazione e fruttificazione.

La potatura delle piante di limoni in vaso si differenzia in potatura cosiddetta di allevamento, con la quale si cerca di dare una forma alla pianta ed in potatura di mantenimento, con la quale si tende a conservare la forma scelta.

Quando si potano i limoni in vaso?

Nei primi due anni di vita della pianta la potatura limone in vaso si limiterà principalmente all'eliminazione di quei getti ad andamento assurgente e vigoroso, detti anche "succhioni", e all'accorciamento degli altri.

In questo modo si stimolerà lo sviluppo dei rametti a crescita tendenzialmente orizzontale, favorendo così l'accestimento e limitando la tendenza, tipica delle piante di limoni in vaso, a defogliarsi nella parte inferiore.

Alle piante di limoni, man mano che crescono, possono essere date forme diverse oltre a quella libera o naturale, da scegliere (in base al gusto personale ed alla disponibilità di spazio) tra quelle a vaso, ad alberello o a spalliera.

Come regola generale si consiglia di svuotarle al centro per favorire la penetrazione della luce e dell'aria.

Quando le piante vengono tolte dal ricovero invernale si esegue la potatura agrumi più importante, alla quale faremo seguire un trattamento disinfettante a base di rame.

Su piante in buone condizioni si tende ad eliminare quei rametti che hanno fruttificato e perso vigore, quelli disseccati o senza foglie, e si procederà al diradamento della chioma, per permettere maggiore penetrazione della luce. Invece, per le piante di limoni in vaso che durante l'inverno hanno subito un eccessivo defogliamento si dovrà attendere la ripresa vegetativa; a questo punto gli interventi di potatura agrumi saranno di maggiore entità, al fine di ridurre la lunghezza dei rami per facilitare il ricaccio di nuova vegetazione dal basso.

Nei mesi successivi ci si limiterà all'eliminazione dei "succhioni", che tendono a formarsi più facilmente all'interno e nella parte alta della pianta di limone in vaso.

Questa operazione dovrà essere effettuata fino al termine dell'estate. Nel mese di settembre, per le piante che hanno un elevato vigore, sarà necessaria anche una potatura agrumi di contenimento. La nuova vegetazione che verrà prodotta nei mesi autunnali servirà alla pianta come riserva per superare al meglio il periodo invernale e potrà essere ridimensionata durante la prima potatura agrumi primaverile.

A differenza di altre piante da frutto, negli alberi di agrumi non è visibile la distinzione tra gemme da frutto e gemme vegetative, però si sa per certo che i rametti curvi e di minor vigore saranno proprio quelli che fruttificheranno maggiormente.

La potatura limone in vaso, oltre a dare forma alle nostre piante di limoni, serve a favorire la penetrazione della luce e dell'aria impedendo il ristagno di umidità.

Così facendo, oltre a favorire l'attività di fotosintesi della pianta di limoni, si creano le condizioni meno favorevoli alla vita dei parassiti. 

 

Piante di limoni in vaso: come e quando raccogliere i frutti

La maggioranza delle piante produce frutti che, quando sono maturi, cadono, o comunque devono essere raccolti in un breve arco di tempo.

Invece per quanto riguarda le piante di limoni in vaso, considerando anche le varietà rifiorenti, si hanno periodi di maturazione distribuiti nell'arco dell'anno e i frutti per alcune specie possono persistere sopra la pianta di limone in vaso per diversi mesi e talvolta anche più di un anno dopo la completa maturazione .

Non è quindi possibile dare delle indicazioni schematiche in merito alla raccolta dei frutti, perché il grande numero di specie e le molteplici varietà hanno tempi e modalità diverse di maturazione.

Dobbiamo considerare inoltre che le condizioni climatiche nelle quali vivono concretamente le piante condizionano inevitabilmente i tempi della maturazione del frutto.

Indicativamente l'omogenea colorazione del frutto è indice dello stato di maturazione, con alcune eccezioni: ad esempio il mapo (ibrido mandarino x pompelmo) è maturo in ottobre nonostante la buccia rimanga ancora in gran parte di colore verde; l'arancio "Valencia late" invece, pur avendo raggiunto una omogenea colorazione dorata già a fine autunno, arriva a completa maturazione solo in primavera. Le piante di limoni hanno una fioritura ricorrente e fruttificano quasi tutto l'anno.

Trattandosi nel nostro caso di piante utilizzate come prettamente ornamentali, la presenza del frutto sulla pianta di limoni per un periodo molto lungo è certamente auspicabile; è però importante, per avere una continua ed abbondante fruttificazione, raccogliere la maggioranza dei frutti quando sono arrivati a maturazione piena. Così facendo si indirizzerà la pianta di limoni verso una nuova fioritura, a cui seguirà la successiva fruttificazione.

Nelle piante di limoni adulte si può lasciare una carica di frutti maggiore, ma nelle piante giovani, che devono ancora svilupparsi, è consigliabile lasciare pochi frutti in quanto assorbono energia dalla pianta di limone in vaso riducendone la crescita. 

 

Pante di limoni in vaso: protezione e ricovero invernale

Gli agrumi sono piante abbastanza rustiche ma sensibili al freddo; tuttavia hanno buone capacità di adattamento a diversi tipi di clima ed è possibile coltivare limoni anche in zone ritenute difficili per la loro sopravvivenza.

È vero comunque che gli agrumi in vaso devono essere in qualche modo protetti durante il periodo invernale e necessitano di ricoveri idonei per sopravvivere alle gelate. Nelle zone dove l'inverno è più mite e la temperatura scende raramente sotto lo zero, può essere sufficiente la semplice copertura di una tettoia a salvaguardia della pianta di limone in vaso dalle brinate.

In presenza di condizioni climatiche più rigide, diventano invece indispensabili strutture e soluzioni più sicure, tali da prevenire quel fenomeno detto di "lessatura della foglia", che viene determinato dal gelo.

È in ogni caso importante esporre le piante di limoni a Sud o ad Ovest, perché in tal modo saranno protette dai venti di tramontana e potranno usufruire di un maggior numero di ore di sole.

Una soluzione innovativa, che ha dato ottimi risultati, è la copertura delle piante, anziché con la plastica, con il telo di "tessuto non tessuto", che, unito ad un comune "canniccio", garantisce una resistenza al freddo fino ad alcuni gradi sotto lo zero.

È molto importante coprire anche il vaso per evitare un eccessivo raffreddamento del terreno con conseguente danno dell'apparato radicale.

Nelle regioni con inverni molto rigidi le soluzioni che danno migliori garanzie sono il ricovero delle piante in serre, in verande o in stanze luminose, coadiuvate da un semplice riscaldamento antigelo.

È stato costatato comunque che durante i periodi più freddi, per il fatto che le piante di limoni non sono in vegetazione e non necessitano quindi di molta luce per espletare le proprie funzioni metaboliche, è possibile mantenerle anche in ambienti poco luminosi.

Sono invece da evitare i locali eccessivamente riscaldati. Può sembrare un controsenso, ma non lo è. Quando il termosifone è acceso, infatti, l'aria diventa troppo secca e quindi quasi tutte le varietà di agrumi in vaso tendono a perdere le foglie; fa eccezione il calamondino (Citrus madurensis) che meglio sopporta il caldo secco degli appartamenti.

In una serra fredda di piccole dimensioni, dove non è previsto alcun tipo di riscaldamento, può essere sufficiente, per mitigare la temperatura, installare delle comuni lampade ad incandescenza da posizionare alla base delle piante. 

 

Piante di limoni in vaso: malattie e come curarle

Anche le piante di limoni in vaso possono ammalarsi e in questi casi è importante riconoscere i sintomi e intervenire tempestivamente.

Tra le malattie riteniamo che le più frequenti siano il mal secco e il marciume del colletto; per quanto riguarda i danni da fitofagi ci soffermeremo in particolare sugli afidi, l'aleirodidi, le cocciniglie, la minatrice e il ragnetto rosso.

Qui di seguito faremo una distinzione tra vere e proprie malattie dei limoni e danni determinati dai fitofagi.

 

MALATTIE E CURA DEI LIMONI IN VASO

Con il termine "malattia" si intende una manifestazione visiva che rende la pianta di limoni diversa dai canoni ritenuti normali nell'aspetto, nella forma o nella funzionalità di interi organi. Essa può essere causata da fattori biotici come batteri, funghi, nematodi, virus e organismi virus-simili, o da fattori abiotici come condizioni ambientali avverse, difetti nutrizionali e genetici, pratiche colturali non adeguate, improprie applicazioni con prodotti fitosanitari.

Il clima riveste un'importanza fondamentale tanto che in regioni aride e semiaride molte patologie non sono diffuse perché il loro agente causale, se occasionalmente introdotto, non riesce a determinare l'infezione o a sopravvivere.

È molto più probabile che le malattie dei limoni insorgano in regioni con estati piovose che in quelle con solo inverni piovosi.

Per quanto riguarda la terapia è bene ricordare che l'uso dei prodotti chimici deve essere considerato solo come aiuto al contenimento del problema: bisogna innanzitutto individuare le cause che lo hanno determinato e, se possibile, prontamente rimuoverle.

Molte malattie dell'apparato radicale sono determinate da ristagni idrici: è inutile trattare con il fungicida somministrato all'apparato radicale se non miglioriamo il drenaggio dell'acqua.

L'elenco delle patologie che interessano gli agrumi in vaso è molto lungo, ma varie malattie dei limoni sono frequenti in ambienti di coltivazione limoni in vaso diversi da quelli di nostro interesse; in base alla nostra esperienza riteniamo che le patologie più frequenti dell'agrume ornamentale siano: il Mal secco e il Marciume del colletto. 

 

Mal secco

È determinato dal fungo Phoma tracheiphila Kanc. e Ghik. e colpisce preferenzialmente la pianta di limoni, il mandarino e l'arancio amaro.

È una malattia che colpisce i vasi conduttori della pianta di limone, pertanto, si ha dapprima un ingiallimento generalizzato delle foglie, poi un loro repentino avvizzimento e quindi il disseccamento dei rametti apicali; successivamente progredisce verso il basso interessando via via i rami più grossi e raggiungendo anche l'apparato radicale: in tal caso l'intera pianta di limone in vaso muore.

Il "mal secco" è legato soprattutto agli ambienti a clima mediterraneo, dove l'autunno è caratterizzato da temperature ancora alte e giornate piovose.

Il fungo penetra attraverso aperture naturali come gli storni oppure per ferita e si diffonde all'interno dei vasi del cilindro legnoso (vasi xilematici). Scortecciando o sezionando i rami appassiti possiamo identificare la malattia dalla colorazione rossastra dei vasi xilematici.

Come prevenzione si consiglia di evitare grossi stress alla pianta di limone quali rinvasi in momenti non opportuni (evitare rinvasi autunnali, meglio la primavera), oppure ferite ai rami come quelle provocate dal vento: scegliere, pertanto, zone riparate dai venti. Grazie alla costante attività di ricerca sono stati selezionati negli anni dei Citrus a differente sensibilità alla malattia e questo dovrebbe portare all'individuazione e propagazione di piante non solo resistenti al "mal secco", ma che posseggano anche caratteristiche commerciali adeguate.

Come terapia si consiglia prima di tutto di asportare e bruciare i rami secchi, intervenendo subito dopo con l'uso di preparati rameici.

In situazioni di rischio infettivo, quali presenza di piante malate, umidità elevate o piogge prolungate accompagnate da temperature superiori ai 15°C, è necessario agire in via preventiva con trattamenti a base di rame a partire da metà ottobre proseguendo fino a febbraio-marzo con cadenza mensile. 

 

Marciume del colletto

La malattia è determinata dal fungo Phytophthora citrophthora, interessa tutti gli agrumi in vaso e in particolare la pianta di limoni colpendo la pianta nella zona del colletto fino alle radici più grosse. Nel caso di portainnesti resistenti (per es. arancio amaro), l'infezione si arresta al di sopra del punto d'innesto.

Si manifesta inizialmente con abbondante emissione di sostanze gommose sulla superficie della corteccia colpita, mentre i tessuti sottostanti, dal cambio fino al legno, anneriscono; questi tessuti successivamente tendono a disidratarsi e a fessurarsi, mentre la gomma, che è solubile in acqua, scompare dopo abbondanti piogge.

Nella parte aerea, le piante di limoni attaccate dapprima manifestano ingiallimento delle nervature fogliari, poi disseccamenti dei rametti e infine dei rami più grossi: tutto ciò avviene in modo settoriale, in corrispondenza della zona malata.

La malattia è legata soprattutto a terreni pesanti, caratterizzati da struttura argillosa o argilloso-limosa e ad ambienti umidi o eccessivamente piovosi: l'associazione di temperature mediamente elevate (25-30°C) favorisce la crescita e diffusione del patogeno.

Il funge, che vive nel terreno in radici in decadimento o altro tipo di sostanza organica, penetra attraverso aperture naturali quali lesioni suberificate del fusto o attraverso ferita e comunque, per la sua diffusione e per la germinazione delle spore (zoo-spore), ha necessità di un velo d'acqua.

L'infezione può essere portata con terreno o acque d'irrigazione infette o con attrezzi utilizzati lavorando attorno a piante malate. Come profilassi di natura agronomica si consiglia di irrigare evitando che la zona d'innesto rimanga sommersa dall'acqua e nella rinvasatura limoni è bene che la stessa non sia a contatto diretto con il terreno. Naturalmente bisogna evitare di ferire la pianta di limoni sul tronco soprattutto durante le pratiche di ripulitura dall'erba, di rinvasatura o di interramento del concime per agrumi in vaso.

Nei casi in cui si temano infezioni si consigliano, come terapia preventiva, la bagnatura del terreno con prodotti commerciali a base di metalaxyl o irrorazioni fogliari con prodotti a base di fosetyl di alluminio

In presenza d'infezione è bene asportare i tessuti malati e procedere nella disinfezione dei tessuti sani, circostanti il colletto, con spennellature a base di rameici o di zineb, ziram o mancozeb, ma anche di metalaxyl o fosetyl di alluminio. Stesse pratiche possono essere adottate in via preventiva. 

 

DANNI DA FITOFAGI

Probabilmente i danni causati da insetti e acari sono quelli di maggiore interesse sulle piante di limoni e anche quelli che maggiormente minano l'integrità delle nostre piante di limoni.

Tra i vari fitofagi abbiamo ritenuto opportuno evidenziare quelli che a nostro avviso sono più frequenti.

 

Afidi

Ricordiamo il Toxoptera aurantii che è il cosiddetto afide nero degli agrumi e che in particolare attacca l’albero di limoni in vaso. Si localizza di preferenza sulla pagina inferiore delle foglioline più giovani, determinandone arrotolamento e producendo abbondante melata con conseguente formazione di fumaggine.

Nel periodo di formazione dei fiori e di allegagione dei frutti, in caso di forti infestazioni, può indurre colatura fioraie e cascola dei frutticini.

È limitato notevolmente da temperature invernali fredde e da estati calde, e vari predatori (per es. Coccinellidi, Neurotteri Crisopidi, Ditteri, Imenotteri) ne contengono le popolazioni; si consigliano trattamenti occasionali, solo in caso di effettiva necessità, con aficidi specifici a base di pirimicarb, ethiofencarb o imidacloprid.

È utile ricordare che spesso grosse infestazioni di afidi sono frutto di concimazioni azotate elevate, pertanto una moderata concimazione organica può ridimensionare il problema.

 

Aleirodidi

Dialeurodes citri, anche conosciuto come aleirode delle piante di limoni, è un moscerino giallo coperto di cera bianca fioccosa, che, a causa dell'accavallamento delle 3-4 generazioni annuali, ha praticamente uno sfarfallamento continuo dalla primavera all'autunno.

Vive sulla pagina inferiore delle foglie determinando, con la suzione, forte produzione di melata e conseguente formazione di fumaggine.

L'insetto viene contenuto naturalmente dalla presenza di un imenottero parassitoide e da un coccinellide che si comporta da predatore.

Solo in caso di forti infestazioni si consiglia di intervenire in giugno, luglio e agosto, contro le forme giovanili, con trattamenti a base di oli bianchi all' 1-1,5%, oppure con prodotti a base di buprofezin; dovendo utilizzare gli oli, per problemi di fitotossicità, conviene adottare un solo trattamento in luglio con formulati specifici per trattamenti estivi.

Anche nel caso degli aleirodidi una concimazione azotata moderata e una potatura limoni in vaso tesa al contenimento della nuova vegetazione riducono drasticamente i rischi di gravi infestazioni.

 

Cocciniglie

Le specie di cocciniglie che possono attaccare gli agrumi in vaso sono molto numerose e una delle più comuni è la Planococcus citri, in gergo conosciuta come cocciniglia farinosa o cotonello degli agrumi; essa determina grossa sottrazione di linfa, emissione di abbondante melata e conseguente sviluppo di fumaggini.

Sui frutti si localizza intorno al peduncolo ed in periodi eccessivamente caldi può indurre alla cascola. Sviluppa diverse generazioni nell'anno, soprattutto in limone coltivazione sotto serra, raggiungendo comunque la maggiore densità a fine estate. È favorita da ambienti caldo-umidi, pertanto prolifica fortemente in condizioni di eccessivo infoltimento della vegetazione. Perciò al fine di evitare pesanti infestazioni è necessario sfoltire la vegetazione, ridurre la densità delle piante di limoni e limitare le concimazioni azotate.

Vi sono numerosi antagonisti naturali tra cui Neurotteri Crisopidi, Ditteri, Coccinellidi e Imenotteri anche di notevole specificità.

Dovendo intervenire con lanci di insetti parassitoidi e predatori è bene farlo in maggio quando la popolazione della cocciniglia è ancora contenuta.

Quando si è in presenza di numerosi focolai di infestazione è necessario prevedere due trattamenti nell'anno (gennaio, fine agosto) con oli bianchi al 2%; solo se indispensabile, è necessario attivarli con gli esteri fosforici, meglio in inverno quando si interferisce meno verso le popolazioni degli antagonisti. Se si agisce in una fase precoce, quando sono presenti la maggior parte delle forme giovanili, è possibile usare prodotti selettivi a base di buprofezin a dosi elevate.

Contro la fumaggine può essere utile aggiungere dello zineb o prodotti a base di rame.

Nel caso in cui si abbiano solo poche piante e non si voglia intervenire chimicamente, si può agire in modo localizzato asportando i frutti più grossi e più attaccati dalla cocciniglia e ripulendo il resto della vegetazione con uno spazzolino.

È bene ricordare che un buon contenimento delle formiche è fondamentale per evitare infestazioni notevoli di cocciniglia farinosa, visto che queste interferiscono in modo negativo nei confronti di nemici naturali della cocciniglia.

 

Minatrice serpentina

Il suo nome scientifico è Phyllocnistis citrella Stainton e probabilmente da diversi anni rappresenta il problema principale sulle piante di limoni in vaso.

È una farfallina introdotta recentemente dai paesi dell'Asia meridionale e il danno è arrecato dalla larva, che si nutre soprattutto a spese delle foglie, scavandovi gallerie sottoepidermiche. Le foglie colpite si presentano deformate, con i lembi arrotolati verso la pagina inferiore e successivamente una buona porzione della lamina tende a seccare. Su piante di limoni giovani la continua distruzione dei tessuti fogliari limita o arresta completamente lo sviluppo vegetativo.

L'insetto compie più generazioni nell'anno e attraversa l'inverno allo stadio di larva per risfarfallare in primavera avanzata.

Essendo di recentissima introduzione non sono ancora presenti nemici naturali specifici, pertanto il controllo, se necessario, potrà essere solo di natura chimica. I fitofarmaci consigliati sono a base di imidacloprid, di flufenoxuron, di methomyl.

Si pensa che trattamenti a base di olio, alla dose dell' 1-2%, possano esercitare azione di disturbo al momento dell'ovodeposizione impedendo la fissazione delle uova sui tessuti vegetali.

Il controllo della minatrice sugli alberi di agrumi in vaso mediante la distribuzione di insetticidi per via fogliare, risulta molto impegnativa, perché gli interventi devono essere ripetuti ogni 10-12 giorni dalla sua comparsa fino all'autunno.

Per facilitarne il controllo, nelle piante di limoni lunario in vaso, è stato sperimentato e risulta efficace il trattamento eseguito utilizzando l'imidacloprid, somministrato per via radicale. Il trattamento dovrà essere praticato su piante di limoni in precedenza irrigate, a partire dai primi giorni di giugno, ripetendolo ogni 30-40 giorni.

Non volendo usare nemmeno questo sistema, essendo contrari ai trattamenti chimici e disposti piuttosto ad accettare parziali danni estetici, consigliamo di limitare al massimo la potatura limoni in vaso nel periodo estivo, rimandandola all'autunno, quando la minatrice termina la sua attività. Con questa potatura agrumi dovrà essere asportata tutta la vegetazione danneggiata. La pianta di limoni risulterà meno rigogliosa ma potrà nuovamente rinfoltirsi con la vegetazione della primavera successiva, prima che la minatrice inizi nuovamente la sua attività.

 

Ragnetto rosso

Con questo nome si indicano due specie di acari, appartenenti al gruppo dei tetranichidi: il Panonychus citri e Tetranychus urticae.

Generalmente il primo è di colore interamente rosso con diversa tonalità in funzione del sesso. Il secondo di colore più o meno rossastro, in funzione del periodo dell'anno e del sesso si distingue dal primo per avere due o più macchie scure ai lati del corpo.

Si nutrono entrambi della linfa della pianta di limoni lunario a carico di foglie e frutti, deponendo continuativamente uova, che per il Tetranychus sono frammiste a fili sericei. Le foglie e i frutti colpiti manifestano decolorazioni del tessuto e, nel caso di forti attacchi, seguono defogliazione e cascola dei frutticini appena allegati.

Panonichus è più sensibile di Tetranychus alle alte temperature e alla bassa umidità relativa, tanto che possiede attività più intensa nei mesi primaverili ed autunnali. Date queste caratteristiche, sono due acari che si integrano bene fra loro a scapito dell'ospite attaccato.

I trattamenti con oli bianchi, utilizzati anche contro le cocciniglie, interferiscono sulle uova e sulle forme mobili giovanili di Panonychus, mentre non esercitano alcuna azione su Tetranychus. Pertanto, in presenza di Panonychus, l'uso di acaricidi specifici è da considerarsi solo nei casi di forti infestazioni, mentre nel caso di Tetranychus, se gli antagonisti naturali non sono sufficienti a contenerne l'infestazione, sarà utile intervenire con prodotti chimici specifici, eventualmente utilizzandone di nuovi, selettivi, a basso impatto ambientale a base di fenazaquin, fenpyroximate o tebufenpyrad.

È bene ricordare che gli acari sono stimolati da concimazioni azotate elevate inducono maggiore formazione di tessuti vegetali freschi; dall'uso eccessivo di insetticidi che interferiscono con molti organismi ausiliari antagonisti degli acari; da stress idrici che riducono l'attività biologica della pianta di limoni tendendola meno pronta a sopportarne l'attacco.

Il trattamento con prodotti a base di rame è una tecnica molto antica e diffusa. I trattamenti con questi prodotti sono indispensabili in presenza di piante di limoni malate e per prevenire la diffusione del mal secco.

Tali trattamenti, indicati nel periodo pre-fioritura ed in autunno, hanno come effetto secondario la capacità di rendere le piante di limoni meno attaccabili da parassiti. I prodotti contenenti rame provocano, infatti, un indurimento dei tessuti della pianta di limone in vaso rendendola meno appetibile agli insetti.

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Commenti (08)

    • Avatar
      Sergio
      09/09/2020

      Ottimi consigli e spiegazioni esaurienti. Graxie

    • Avatar
      Liona
      26/11/2020

      Interessante, molto dettagliato, anche troppo, ma come si usa dire, si fa prima a farlo che a dirlo... o leggerlo! ☺️Mi piace.

    • Avatar
      Giampiero
      05/03/2021

      Molto molto interessante, la parte più difficile è attuabile è quella delle malattie/rimedi . Comunque ben descritto.

    • Avatar
      Helene
      27/09/2021

      Buon giorno, complimenti per i consigli che ho letto attentamente- Avrei una domanda per cortesia visto il periodo freddo che tra un mesetto sta arrivando dalle nostre parti- Ho 4 piante di limone in vaso.. piante, Larghezza 1,5 x h/ 180.. vasi da 80 cm chiedo gentilmente un consiglio... sono fuori sotto il portico con l'esposizione a sud- Le abbiamo protette sotto il balcone per evitare danni da grandine che quest'anno è stato un disastro. Adesso... Le domande: 1-) questi cappucci per proteggerli dal freddo meglio se di COLORE BIANCO o ECRU per far passare meglio la luce ? 2-) Che spessore devono avere questi tessuti per miglior protezione dal gelo ? 45 gr - 70 gr ? Abito in campagna in Prov di Brescia e gli inverni qui sono belli tosti. 3-) Mi hanno consigliato di proteggere anche i vasi con quella plastica a bollicine,,, giusto ? Poi le alzeremo da terra con del legno.. Scusi le domande, ma l'anno scorso le povere piante anche se sotto il cappuccio e protette... hanno perso tutte le foglie e mezze seccate.... Purtroppo non abbiamo la possibilità di portarle in zona protetta e contro il muro sotto il portico è troppo buio e senza sole . Grazie anticipatamente per i vostri consigli. Cordialmente, Helene

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      Uggetti Pietro
      03/11/2021

      Molto molto interessante, la parte più difficile è attuabile è quella della cura delle malattie/rimedi . Molto ben descritta: il trapianto del vaso, operazione molto delicata e importante x la crescita della pianta. Comunque molto ben dettagliato e ben descritto. COMPLIMENTI DA Pietro

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      Walter Morellini
      12/10/2022

      Pianta magnifica , imballo perfetto Grazie

    • Avatar
      Massimo
      20/12/2022

      Complimenti,spiegazioni perfette in tutto quello che uno può chiedere. Grazie.

    • Avatar
      Luca Bani
      12/01/2024

      Ottima trattazione dell'argomento! ... non è stato speso inchiostro in inutili chiacchiere e per contro sono stati illustrati importanti dettagli che non ho trovato su altri portali. BRAVI!

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