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Il Pesco: bontà dei frutti e bellezza dei fiori
Vi siete mai chiesti perché in alcuni dialetti il pesco sia chiamato persia? E per quale ragione il nome latino del pesco è Prunus Persica?
La spiegazione è molto semplice e risale al tempo in cui l'albero di pesco venne esportato dalla Cina alla Persia e dalla Persia all'Europa. La specie si adattò ben presto al clima del Vecchio Continente e dimostrò di essere coltivabile con relativa facilità in campo aperto e addirittura in vaso.
Sebbene il melo rimanga il re degli alberi da frutto, il pesco è entrato di diritto nel novero delle bontà che ci offre Madre Natura, con i suoi frutti dolci, succosi, tondi, profumati e coloratissimi. Del resto il pesco è una rosacea, famiglia a cui appartengono alberi produttori di golosità per eccellenza, quali ad esempio il ciliegio (Prunus avium), l'albicocco (Prunus armeniaca), il mandorlo (Prunus dulcis) e il susino (Prunus domestica).
Assistere alla fioritura del pesco è uno spettacolo non da poco: nella sua bellezza delicata la pianta sembra annunciare l'arrivo della primavera e delle tanto attese giornate di tiepido sole.
Ma il pesco non è soltanto il simbolo della bella stagione. Oltre a goderci la pioggia di petali nei mesi di marzo e aprile, possiamo fare incetta dei suoi frutti nei mesi che vanno da maggio a settembre.
Le pesche si presentano di solito carnose e zuccherine, gialle, bianche o rosse, rivestite da una sottile buccia vellutata nelle pesche noci (famosa l'espressione “avere la pelle liscia come la pesca”), che in alcune specie diventa leggermente tomentosa (con peluria).
Le varietà di pesco sono numerose e non basterebbe un articolo per elencarle tutte: le classiche a polpa gialla, a polpa bianca, le pesche noci (chiamate anche nettarine), le percoche (da fare sciroppate) e le pesche cotogne (frutto antico).
Tante preparazioni tutte da bere o da mangiare
Impossibile rimanere indifferenti di fronte a una bella pesca cruda appena lavata e tagliata a spicchi. Bisogna però ricordare che questa è solo una delle mille preparazioni a cui si presta questo magico frutto. Basti pensare alla sangria, bevanda alcolica preparata, fra gli altri ingredienti, con l'utilizzo di due o tre pesche sbucciate, fatte a pezzi e private del nocciolo.
Ci sono poi le pesche sciroppate, ideali per fare scorta durante il lungo inverno. Non mancano le marmellate, i dolci e perfino i biscotti alla pesca, perfetti a colazione o a merenda accompagnati da un buon tè.
La pesca è inoltre ottima per aromatizzare grappe e liquori, conferendo quell'inconfondibile sapore dolce e morbido tipico del frutto. Diamoci dentro dunque, è tempo di mettere a dimora un bell'albero di pesco nel nostro orto, frutteto o giardino.
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come fare per mettere a dimora una pianta di pesco