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Il Biricoccolo, il frutto dal sapore metà susino e metà albicocco
Origine
Il Biricoccolo di (Prunus dasycarpa) eriva dall’incrocio naturale tra l’albicocco (Prunus armeniaca) e il mirabolano (Prunus cerasifera) e per questo è chiamato anche Susincocco.
Altri sinonimi sono: plumcot, pruna cresammola, albicocco nero, albicocco del Papa, susino albicocco ed albicocco violetto.
In pratica, dall'impollinazione incrociata e casuale delle due specie genitrici, scaturì una nuova specie, ibrida, con caratteristiche intermedie tra le due.
È un frutto antico, conosciuto fin dal ‘700, ma che si è poco diffuso negli anni a venire.
In Italia è stato coltivato soprattutto in Emilia Romagna e in Campania, ma anche nel territorio di Siena, fino agli anni cinquanta, se ne trovava qualche esemplare, soprattutto in Valdichiana.
Il biricoccolo è però una pianta da frutto di gestione complicata per cui la sua coltivazione è stata nel tempo abbandonata, tuttavia chi è riuscito ad assaggiare questo saporitissimo frutto se n’è subito innamorato.
La pianta del biricoccolo
II biricoccolo è una pianta da frutto dotata di elevato vigore vegetativo (può raggiungere anche i 5-6 metri di altezza), resistente al freddo e di elevata rusticità, quindi coltivabile in tutta le zone d’Italia, sia di pianura che di collina.
I rami dell'anno sono di colore marrone scuro, lunghi e sottili nella parte terminale.
L'angolo di inserzione dei rami laterali sul tronco è ampio e ciò conferisce alla chioma della pianta del biricoccolo una forma aperta.
Le foglie hanno dimensioni e aspetto intermedi tra quelle del susino mirabolano (da cui l'ibrido ha origine) e quelle dell'albicocco, hanno forma vagamente arrotondata e terminano a punta.
Le gemme a fiore sono distribuite più che altro nella parte mediana e finale dei rami.
Il fiore del biricoccolo
Il fiore presenta i petali di colore bianco-rosato ed è disposto sul ramo singolarmente o in gruppi di 2-3 esemplari. Le piante di biricoccolo in piena fioritura offrono macchie di colore spettacolari e sono molto ricercate anche a scopo ornamentale.
La peculiarità del biricoccolo è che il polline possiede una ridottissima capacità di autofecondazione a causa della natura ibrida della specie. Il susincocco è perciò da ritenersi una pianta autosterile (gli organi maschili non sono in grado di fecondare quelli femminili dello stesso fiore nella stessa pianta o in piante della stessa varietà) e quindi necessita della presenza di impollinatori specifici (in genere le varietà di albicocco oppure, ancor più efficacemente, il susino mirabolano).
La fioritura dura da metà marzo a metà aprile circa, precede l'emissione delle foglie e si colloca temporalmente tra l'epoca di fioritura dell'albicocco e quella del susino mirabolano.
Il frutto del biricoccolo
I frutti del biricoccolo sono delle drupe di forma rotondeggiante o leggermente ellissoidale ed hanno un peso medio che oscilla tra i 30 e i 45 grammi.
La buccia si presenta liscia, sottile, leggermente tomentosa con colore di fondo giallo e sopraccolore rosso quasi violetto.
La polpa è tenera, succosa, non spicca, di colore giallo intensamente venato di rosso, dal sapore che ricorda l'albicocca ma con la fragranza e la succosità di una susina, leggermente acidula e aromatica.
I frutti sono destinati in prevalenza al consumo fresco ma possono anche esser trasformati in confettura. La conservazione del frutto maturo non supera i 4-5 giorni a temperatura ambiente, ma si può protrarre fino a 15-20 giorni in frigorifero.
La maturazione è scalare e i frutti vanno raccolti quando risultano perfettamente maturi.
L’epoca di raccolta del biricoccolo va dal 20 giugno al 10-15 luglio nelle regioni del nord Italia e va dal 1 giugno fino al 20 giugno nelle regioni del centro e sud Italia.
Coltivazione del biricoccolo
Le distanze minime d'impianto sono di circa 5-6 metri tra le piante.
La preparazione del terreno che ospiterà le piante di susincocco deve seguire i canoni tradizionali della messa a dimora delle piante da frutto (vedi la nostra guida alla messa dimora e gestione degli alberi da frutto).
Nota importante: essendo il biricoccolo una pianta autosterile (come descritto sopra), nella piantagione si consiglia di associarlo nelle vicinanze di almeno un albicocco oppure un mirabolano (Prunus cerasifera), meglio se tutte e due assieme.
La pianta del biricoccolo cresce bene sia nei terreni argillosi che n quelli calcarei, va irrigato regolarmente dalla ripresa vegetativa in poi, per favorire la fioritura e la produzione dei frutti. In inverno entra in riposo vegetativo e non serve innaffiarlo.
Per poter fiorire e dare un’abbondante produzione di frutti, va coltivato in zone soleggiate.
È una specie molto resistente alle intemperie e alle temperature calde dell’estate e anche a quelle molto rigide dell’inverno, anche se molto al disotto dello zero.
Riguardo alla concimazione, in autunno, basta interrare ai piedi della pianta dello stallatico maturo mentre in primavera distribuire del concime granulare a lenta cessione ricco in fosforo (P) e potassio (K).
A differenza di tutte le altre drupace (ciliegio, pesco, susino, albicocco e mandorlo), ha un’elevata resistenza alle malattie fungine e a quelle batteriche. Raramente viene attaccato dalla cocciniglia. Se la primavera è molto umida e piovosa, può presentare infestazione da afidi.
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