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Melo Tinella (Malus communis)
Maturazione 30 settembre. Albero di 3 anni, vaso cm. 22, h.cm. 150/170.
La Robinia pseudoacacia è originaria dell'America nord orientale, dove cresce allo stato selvatico nelle foreste della Carolina e della Virginia, nel 1601 fu introdotta in Europa come curiosità ornamentale da Jean Robin, curatore dell'Orto Botanico del re di Francia. All'orto botanico di Padova risulta coltivata già dal 1662.
Dalla seconda metà dell’Ottocento, in Italia la pianta di acacia è stata impiegata in modo estensivo per consolidare gli argini delle prime linee ferroviarie in costruzione e in attività forestali per il consolidamento di zone denudate o franose. In questo modo si è diffusa un po’ ovunque.
La pianta di acacia è una specie molto frugale e di estrema adattabilità, indifferente al substrato, purché ben drenato e con una certa preferenza per terreni acidi; ama la luce e si presta per il consolidamento e miglioramento di terreni sciolti e franosi.
Vegeta in boschi cedui puri, lungo scarpate, luoghi incolti, siepi, dalla pianura generalmente sino a 1.300 m, oltre 1.500 in certe zone del Sud.
Le piante acacia tendono a formare dense boscaglie e sono considerate infestanti a causa della velocità di crescita e dell'imponente apparato radicale che emette forti polloni e si diffonde dove nessuna specie arborea vivrebbe, ma soffoca anche piante di specie autoctone.
L’albero di acacia è un cespuglio o albero deciduo, spinescente, i cui getti radicali, numerosissimi, si diffondono rapidamente, colonizzando in breve tutto il terreno disponibile.
Fusti eretti, spesso biforcati, rami lisci, chioma ramificata, legno giallastro, corteccia rugosa grigio-bruna, fessurata longitudinalmente in età.
Le foglie delle piante di acacia sono alterne, imparipennate con 6-7 coppie di segmenti, brevemente picciolate di forma ovale, a margine intero, di colore verde pallido, glabre, dotate di stipole trasformate in robuste spine falciformi.
I fiori hanno profumo intenso e sono riuniti in densi racemi penduli, fogliosi.
Alla base hanno calice vellutato, largamente campanulato, verde-chiaro e pubescente; la corolla è papilionacea, bianca più raramente rosa.
I frutti delle piante acacia sono legumi lisci, coriacei, lunghi 5-10 cm, compressi, deiscenti, di colore rosso-bruno a maturità, rimangono sulla pianta per tutto l'inverno. Contengono da 3-10 semi reniformi, molto duri di colore bruno.
Il legno bruno, duro e ricco di tannini, è resistente all'umidità, brucia bene anche quando è verde ed è lavorabile. Veniva quindi impiegato per lavori di falegnameria pesante, per paleria, per mobili da esterno, puntoni da miniera, doghe per botti e listoni per pavimento.
I legumi freschi erano usati dai nativi americani per preparare uno sciroppo eccitante e narcotico. In periodi di carestia i semi contenuti nei legumi venivano usati per addizionare la farina; venivano anche tostati come surrogato del caffè.
Essendo la produzione di nettare molto abbondante e facilmente raggiungibile dalle api, la robinia consente una discreta produzione a livello quantitativo e qualitativo di miele: chiaro, fluido (cristallizza molto lentamente, la sua fluidità è dovuta all'alta concentrazione di fruttosio circa 60%), delicato, dal gusto vanigliato, dall'odore fruttato, ricorda vagamente quello dei suoi fiori. Questo miele che può avere un leggero effetto lassativo.
Nelle campagne i fiori della pianta acacia si usano, quando non ancora completamente sbocciati, per preparare frittate o frittelle dolci in pastella, mentre aggiunti all'insalata conferiscono un gusto piacevole. I fiori secchi, sono usati per preparare un tè carminativo e stomachico; in alcune regioni il loro infuso è utilizzato anche per tingere di nero i capelli.
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Maturazione 30 settembre. Albero di 3 anni, vaso cm. 22, h.cm. 150/170.